sabato 24 novembre 2012

VOODOO CHILD (Slight Return) - Alcune versioni a confronto

Questa volta vi farò ascoltare tre versioni della famosa Voodoo Child (Slight Return) di Jimi Hendrix, l'originale e quelle eseguite da Steve Ray Vaughan e da Orianthi. Tutte dal vivo ovviamente..





1) Orianthi ( 2010)


Questa ragazzina ha energia da vendere e suona sorprendentemente bene ! E' giovane ma sul palco si muove con grande sicurezza.
Altre notizie di Orianthi sul Pub della Scighera


2) Steve Ray Vaughan  (1985 ?)


Eh, secondo me nessuno meglio di Steve Ray suona la musica di Hedrix: tecnica eccellente, nessun eccesso ed interpretazione esemplare!  
                  

3) Jimi Hendrix (1970)


Il brano è suo per cui lo gira e rigira come vuole. E' dotato anche lui di una tecnica spaventosa ma quello che piu' sorprende è il vederlo un tutt'uno con il suo strumento. La chitarra è una sua emanazione anche  per urlare e cantare..Dimenticavo: l'ultimo vantaggio di Jimi è il timbro della voce, insostituibile.. 

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ALTRE VERSIONI SEGNALATE DAI MIEI FOLLOWERS:


4) Kenny Wayne Shepard


Suggerita da Blackswan, versione davvero niente male.Anche la voce, calda e potente, sostiene il suo ruolo di antagonista  rispetto alla chitarra.Anche qui, immancabile la Fender Stratocaster.


Le due seguenti versioni  sono state indicate da Magar.

5) Popa Chubby



6) Gary Moore




Evil Monkey lancia un tema di approfondimento molto stimolante, riferito a questo brano, affermando che molte canzoni sono state influenzate dall'introduzione a cappella con l'uso del wha-wha. Sarebbe ancora piu' interessante trovare in ciascuno dei  chitarristi  che hanno seguito Hendrix,  le peculiarità che hanno contaddistinto il suo modo di suonare.
In  Robin Trower trovo un uso abbondante del wha-wha ed in generale, l'approccio solistico  e la costruzione del brano molto vicine a quelle di Jimi.
Nel video successivo, sembra che lo spirito di Hendrix si sia impossessato  di Eddie Hazel, specie quando quest'ultimo canta le note del solo insieme alla chitarra. 
Questo video mi ha fatto pensare all'ipotesi che Jimi Hendrix avrebbe continuato  con il funk..
I chitarristi proposti da Evil:



Robin Trower - Day Of The Eagle (1978)



 Eddie Hazel  Houston (1979)


domenica 4 novembre 2012

A SUON DI BLUES 6^ PUNTATA: da BLIND BLAKE A J. KAUKONEN E R. COODER ATTRAVERSO POLICE DOG BLUES

ANCORA SUL COUNTRY BLUES + ALBUM RY COODER  

Prosegue con questo post il discorso sulle origini del blues ed in particolare ancora sul country blues , non fine a sé stesso,  ma legato alla proposta di un album. Questa volta, però, prendero’ spunto a partire da un blues tradizionale  di cui propongo il confronto di tre versioni diverse.
Il blues in questione  è Police Dog Blues, eseguito dall’autore,  Arthur Blake,  noto anche come Blind Blake (New port   News, 1896 – Milwakee, 1934), chitarrista dall’ottima tecnica fingerpiking  adatta anche   per  suonare i  brani di  ‘ragtime’  originariamente composti per pianoforte. (Esistono numerose trascrizioni per chitarra  di brani di Scott Joplin, celebre e pianista e compositore di musica ragtime  ).
Blind Blake ha influenzato  il modo di suonare il  blues acustico di diversi chitarristi  che l’anno seguito ed anno riproposto negli anni 60 - 70 molti blues tradizionali, tra questi in particolare Ry Cooder e Jorma Kaukonen (chitarrista dei Jefferson Airplane e degli Hot Tuna). Proporro’  dunque nell’ordine la versione originale eseguita da Blind Blake, quella di Jorma Kaukonen  ed infine quella di  Ry Cooder.

Blind Blake - Police Dog Blues (1929)



Jorma Kaukonen - Police Dog Blues (1974)

Questa versione è tratta dal suo album solista Quah,  che contiene altri blues acustici tradizionali insieme a canzoni originali. In questo genere, Jorma Kaukonen è un uno dei migliori in quanto a tecnica ed espressione. La sua interpretazione è molto fedele all'originale persino nell'uso degli armonici...

Infine la terza versione:





Ry Cooder - Police Dog Blues (1970)

Anche questa versione tratta dall'album dal titolo 'Ry Cooder' è molto fedele all'originale e francamente  fra le due proposte non saprei quale preferire...
In generale, Ry Cooder si trova molto a suo agio nell'ambiente country blues, acustico, campagnolo con uso di strumenti tipici il banjo, mandolino, dobro. Forse le sue proposte sono piu' attente ad una ambientazione musicale che in Kaukonen non è presente..


La proposta su CD di oggi:

WARNER BROS RECORDS (1970) 
                                                         

" RY COODER "
Ry Cooder 

Alimony (2:53)
France Chance (2:46)
One Meat Ball (2:26)
Do Re Mi (3:01) 
My Old Kentucky Home (1:44)
How Can a Poor Man Stand Such Times and Live? (2:44)
Available Space (2:11)
Pigmeat (3:05)
Police Dog Blues (2:43)
Going to Brownsville (3:24)
Dark is the Night (2:47)


Musicians:
Ry Cooder : vocals, guitars, mandolin, bass
Van Dyke Parks: piano
Chris Ethrige, Ritchie Haywards,, Roy Estrada,
Milt Holland, John Barbeda, Max Bennet, Bobby Bruce
Gloria Joes & Co.: Voices


per approfondire, ai commenti




  

venerdì 12 ottobre 2012

A SUON DI BLUES - 5^ PUNTATA: TERRY& MCGHEE


SONNY TERRY & BROWNIE McGHEE - BACK TO NEW ORLEANS
UN PRETESTO PER PARLARE DI COUNTRY- BLUES

 IMPULSE - 1989


1. LET ME BE YOUR BIG DOG  3:13
2. PAWNSHOP  3:25
3. YOU DON’TKNOW  2:48
4. BETTYAND DUPREE’S BLUES  6:13
5. BACK TO NEWORLEANS  2:58
6. STRANGER HERE  3:34
7. FOXHUNT  2:30
8.I’M PRISON BOUND  3:01
9. LOUISE,LOUISE  3:55
10. BABY,HOWLONG  4:11
11. FHEIGHT TRAIN  2:40
12. I GOT A WOMAN  3:59
13. HOLDMEIN YOUR ARMS 3:29
14. THEC.C. ANDO. BLUES 4:27
15. THE DEVIL’S GONNA GET YOU  2:30
16. DON’T YOU LIE TO ME  4:42
17. THAT’S WHY  I’M  WALKING 2:44
18. WRONG TRACK  3:34
19. BLUE FEELING  4:03
20. HOUSE LADY  4:19
21. l KNOW BETTER  3:29

  Sonny Terry & Brownie McGhee - Stranger Here



Il mio approccio con il blues avvenne grazie all’ascolto di un vinile di Sonny Terry e Brown McGhee, attraverso un radio-giradischi, voluminoso aggeggio molto diffuso negli anni ’60. Avevo 10 anni e, oltre ai Beatles ed agli  Stones, allora preferibilmente ascoltavo anche  Dylan, Clapton, i Led Zeppelin. Quella musica ascoltata in una sera d’estate, in un posto così lontano dal Mississipi o da Chicago,  mi stordirono insieme al  profumo di zagara, gelsomino e salsedine che riempiva l’aria… Si, perché quel  country –blues, dall’anima decisamente nera  da una parte aveva influenzato il folk di Dylan, dall’altra, insieme alla sua forma elettrica aveva ispirato Mayall, Clapton, e gli stessi Zeppelin, anche nel modo di suonare la chitarra e l’armonica.

Insieme a Woody Guthrie, Pete Seeger,  LeadBelly  ed altri grandi musicisti, Sonny Terry e  Brownie McGhee diffusero quel genere di musica che oggi rappresenta il nucleo della nuova word music : una miscela di folk, blues, jazz,classica,  eastern e african. (1)

Il  country blues è uno stadio intermedio della mutazione del blues  fino alla sua  confluenza nel jazz, che non ne sancisce tuttavia un definitivo assorbimento.. Esso nasce nel momento in cui i contadini di colore affittuari di appezzamenti di terre sfruttati e costretti a vivere in condizioni  disumane, abbandonano i campi e iniziano una vita libera spostandosi lungo i binari delle ferrovie, prendendo al volo il lento treno merci..

  Sonny Terry & Brownie McGhee - Freight Train



Stanchi di tagliare e seminare il cotone, questi contadini preferivano allontanarsi dalle proprie case per andare a lavorare lungo  i binari e le strade ferrate, nelle segherie, o fra gli addetti alla rimozione del fango e dei detriti che il fiume lasciava a quintali sul suo cammino: “Fra un mestiere e l’altro rubavano e mendicavano. Se avessero incontrato Dio gli avrebbero  chiesto  un osso... la strada che offriva l’avventura era meglio delle loro  case che non offrivano  niente. Alcuni  partivano  con rimpianto ma se ne andavano lo stesso “.  In tali condizioni nacque il Country Blues che assume, poi delle precise connotazioni  storiche: ‘con il fedele diavolo sulla schiena’, la chitarra, considerata un oggetto  quasi peccaminoso per i più religiosi, o con il banjo, cui andavano ad aggiungersi strumenti primordiali come una brocca entro cui soffiare, il country-man,  vestito di  così pochi stracci da poter essere contenuti in una scatola di fiammiferi, si avviava verso i  luoghi della sua sopravvivenza, passando  attraverso quelle stazioncine   fra la campagna  e il fiume, che costeggiavano la  cosiddetta “linea della ruggine”, ai margini del gran mare d’erba, fango e detriti. Fu proprio questa invincibile ansia di migrazione da un luogo all’altro, questo vitale bisogno di vagabondare senza una meta precisa ad accendere l’immaginazione del contadino blue singer… (2)

Fu inevitabile che il treno divenisse il nuovo oggetto d’attenzione e fonte d’ispirazione  di questi vagabondi, che saranno battezzati ‘hobos’. E siccome il bluesman, per definzione, raccoglie  in sé tristezza  e  rassegnazione,  considera questa sua vita come una sorta di viaggio sintetizzata in questi versi :

‘Sono tutto solo a mezzanotte e le lampade ardono basse,  poggero’  la testa su un binario solitario e  lascerò che il treno delle due e diciannove faccia pace nella mia mente.’ (3)
Stesse suggestioni fecero parte delle canzoni blues nuove o riproposte negli anni '6o, questa volta con l'inserimento di strumenti elettrici (su questo particolare parlerò nei prossimi post dedicati al blues elettrico).

(1): Barry Olivier - note di copertina 
(2) (3): Il blues e l'America nera - Walter Mauro - (1977)




Bob Dylan - It takes a Lot  to Laugh,  It Takes a Train to Cry






Per l'Album di Sonny Terry e Brownie McGhee, ai commenti

martedì 18 settembre 2012

EASY RIDER (original Soundtrack) - LP VINILE


EASY RIDER
LP VINILE - MCA -1976-



Ultimamente su Cassetti Confusi è apparso un post dal titolo "Stile West Coast o Stile Low Cost"su cui ho pubblicato delle  immagini tratte dall'indimenticabile Cult - Movie "Easy Rider" parlando un po' dei viaggi e dello stile di vita dei freak negli anni '70.
Eccone l' LP  contenente l'indimenticabile Soundtrack, che accompagno' anche molto tempo della mia vita allora..e che ascolto volentieri anche oggi..



Jimi Hendrix Esperience - If Six Was Nine






Per approndire su LP, ai commenti

sabato 8 settembre 2012

TOM WAITS - BOUNCED CHECKS

IL PRIMO BOOTLEG DI TOM WAITS 

Una vera rarità, questo Bootleg, il primo di Tom Waits, registrato al Troubatur di Los Angeles nel 1975, uscito nel 1979. Risale invece al 1981  l'LP  in versione ufficiale. La qualità di registrazione è abbastanza buona ed anche le condizioni del vinile. Così ve ne faccio ascoltare qualche brano..


EXCITABLE RECORDWORKS 4502.1 - 1979





Tom Waits - On A Foggy Night







SIDE ONE
Emotional Weather Forecast
On A Foggy Night
Warm Beer, Cold Women
Eggs & Sausage

SIDE TWO
Rosie
Diamonds On My Windshield
Spare Parts
Putnam County
Ol' 55

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Tom Waits - Emotional Weather Forecast




Tom Waits - Rosie


Tom Waits - Guitar, Piano, & Pontification
Pete Christlieb - Sax
Jim Gorden - Drums
Jim Hughart - Bass
Teddy Edwards - Piano

sabato 25 agosto 2012

BARNEY KESSEL (special edition) - 4^ puntata : IL BLUES

KESSEL DA SOLO ED IN TRIO CON BRUNO DE FILIPPI





Tratto da ‘La storia sociale del jazz’ di  Eric J.Hosbavm:
“….. Il blues non è uno stile o un periodo del jazz ma il substrato permanente di tutti gli stili. Non è tutto il jazz, ma il cuore del  jazz. Nessun musicista e nessuna orchestra di jazz  potranno raggiungere un alto livello se non sanno suonare il blues. E quando il blues avrà cessato di esistere, non esisterà neppure il jazz, almeno come noi lo intendiamo (…) Charlie Parker , il grande rivoluzionario, osservo’, proprio l’ultimo giorno della sua tormentata esistenza, che era molto triste vedere tanti  tipi delle nuove leve venir su ignorando o dimenticando le loro basi: il blues. “Questa è la base del  jazz,  egli diceva. Grandi musicisti del jazz, senza esserne richiesti, non fanno che ripetere che il blues deve essere sempre presente: è il tuo modo di sentire”. Il blues rappresenta per il jazz quello quel che nel mito greco la terra era per Anteo:  se il jazz perde contatto con il blues, perde anche la sua forza. Tutte le volte che una jam session entra in un clima di stanchezza e un musicista dice “su ragazzi, attacchiamo con un blues, questo contatto verificatore si rinnova. Per quel che riguarda il jazz, il blues è al tempo stesso uno stato d’animo e un modo di sentire (dove tristezza e depressione non sono affatto obbligatorie anche se frequenti) nonché una forma musicale e un linguaggio (non necessariamente in dodici battute (…)”.

L’approccio di Kessell con il blues sembra proprio tenere conto di questa ultima frase. La sua lezione termina con una serie di temi e di riff dedicati al blues ma molto vicini allo swing..Un chitarrismo molto raffinato, diverso da quello che ci aspetteremmo, parlando di blues, impostato  su un dialogo chitarra – voce, (vedi  Blind Boy Fuller, rev. Gary  Davis, Billy Bronzy,  J. Lee Hooker..) oppure una chitarra solista usata come voce su una base ritmica (vedi  Muddy Waters, B.B. King, Hendrix..) . Nell ‘estratto da quella lezione, kessell dimostra come, suonando  un solo strumento,  melodia ed armonia viaggiano insieme e contribuiscono a definire il brano in maniera completa. Si riesce a distinguere la linea del basso e la ritmica. Ascoltare per credere..

BARNEY KESSEL da solo : Some blues (8 min circa)


Nella parte Live Concert  con il trio di Kessell, interevenne quella volta  BRUNO DE FILIPPI. 
Ottimo musicista, chitarrista e sopratutto  armonicista nonchè compositore, mancato, fra l'altro di recente, nel gennaio del 2010, è un'altra grande figura del jazz italiano e ne è stato protagonista delle origini. Ha composto brani di musica leggera  (per  Mina ed altri grandi della musica italiana)  ha suonato con Armstrong, Mulligan,Shank, Piazzolla, Les Paul, ha collaborato con tantissimi:Buscaglione, Gaber, Janacci a Celentano, e poi  Paoli, Vanoni , Toquinho, Branduardi,  Daniele ed innumerevoli altri..
Nella parte registrata troverete una splendida swingata versione di St.Louis blues e del celebre All Blues in cui De Filppi suona l'armonica diatonica. La qualità della registrazione è veramente buona.
Ascolterete  anche Misty e Autumn Leaves con splendidi assoli espressione della grande tecnica e del gusto raffinato di Kessel. Ottimi i musicisti Dave Green e Tony Mann che danno un prezioso contributo di classe ed esperienza.
Buon ascolto..

BARNEY KESSEL TRIO + BRUNO DE FILIPPI (31.38 min)


Barney Kessel  - guitar
Dave Green - acoustic bass
Tony Mann - drums
Bruno De Filippi - guitar

DOCUMENTAZIONE VARIA QUI

CON IL POST DI OGGI SI CHIUDE IL CICLO DEDICATO A BARNEY KESSEL, SPERO CHE SIA PIACIUTO!





lunedì 30 luglio 2012

BARNEY KESSEL (special edition) - 3^ puntata

GLI  STANDARS DEL JAZZ - PARTE 2^ - CONCERTO IN TRIO INSIEME A FRANCO CERRI


Seconda parte della registrazione dedicata agli standards. Questa parte è rappresentata da un vero e proprio concerto del trio di  Barney Kessel con Cerri, della durata di mezz'ora.





DUE PAROLE  SU FRANCO CERRI
Che classe, quando suona Cerri, bisogna ascoltarlo con attenzione :  tutte le note fanno parte della storia  della sua vita e non c’è mistificazione  né tecnicismo fine a sé stesso.  Avverti  la gioia e la  spensieratezza che caratterizzarono gli anni 50-60: una  ingenua fiducia  nel domani,  la consapevolezza che il mondo si stava avviando verso  un cambiamento, il fervore delle idee,  il jazz, gia’ maturo, testimone ed interprete di quei  giorni. Un  po’ ascoltato nelle cantine, un po’  in tv, un po’ come soundtrack in molti film in b&w di quel periodo. Grande amore per la musica che suona, e per il suo strumento, Franco Cerri ha suonato con una moltitudine di grandi figure del jazz: oltre a Kessel,  partendo da Django Reinhardt, Stephane Grappelli  fino  a Billie Holiday, Dizzie Gillespie, Lee Konitz, Jerry Mulligan, Chet Baker ed altri di cui ci si puo’ fare un’idea dando un‘occhiata alla bella raccolta di immagini e video contenuti nel suo blog dal titolo, appunto, Franco Cerri the Italian Guitarist.  In tal modo ha arrichito la sua conoscenza sul jazz made in USA, ed ha  trasmesso questo prezioso patrimonio ai musicisti italiani che l'hanno seguito.
Infine mi piace far rilevare la sua umiltà, la sua signorilità, la sua dolcezza  Anche questo fa di lui una  persona speciale amata da tutti oltre ad essere un  grande personaggio ed ottimo musicista.
(by Hyde)

BARNEY KESSEL AL POLI:  CONCERTO IN TRIO, OSPITE FRANCO CERRI 

Barney Kessel  - guitar
Dave Green - acoustic bass
Tony Mann - drums
Franco Cerri - guitar







con questo chiudo questa fase e rimando l'altra a dopo le ferie: parleremo del Blues.

BUONE FERIE A TUTTI!!

mercoledì 25 luglio 2012

BERNEY KESSEL ( SPECIAL EDITION) 2^ PUNTATA




  GLI  STANDARS DEL JAZZ - PARTE 1^ - LEZIONE INSIEME A FRANCO CERRI








I musicisti Jazz hanno spesso attinto al repertorio della musica ‘leggera’ d’autore, anche tratta da commedie musicali,  per  riproporla in una chiave ritmica ed armonica che permettesse una interpretazione piu'  vicina al  loro modo di  suonare e che lasciasse piu’ spazio all’improvvisazione.
Gerge Garshwin,  Cole Porter,  Jerome Kern ed altri  hanno fornito ai mostri sacri del  Jazz  un vasto materiale  che ha dato vita ad un repertorio ricchissimo e divenuto famoso come una nuova ‘musica classica’.
Gli standards rappresentano una nutrita parte di questo repertorio ed  hanno acquisito nel tempo una loro struttura compositiva caratteristica e indistinguibile, ideale per esaltare le doti tecniche dei musicisti. Basie, Ellington,Parker, Davis, Monk hanno scritto molti brani  che sono entrati  a fare parte della storia della musica.

Durante la lezione dedicata agli standards,  Barney Kessel  ne spiega la struttura,  impostata sullo schema “ A A B A”, in 32 battute dove A è una sequenza di accordi in 8 battute che si ripete 3 volte. B rappresenta il “Bridge”, il  “ponte” che unisce le due fasi AA con la A finale.
In molti standards  gli accordi della parte A sono uguali, cambia solo il Bridge. Questo vuol dire che, a meno del Bridge, noti gli accordi uno Standard, si in è in grado di suonarne un buon numero. Cio’ aiuta anche nella fase dell’improvvisazione perché l’armonia di riferimento rimane pressoché uguale o uguale alla trasposta (stessi intervalli in tonalità diversa)…
Non rimane che ascoltare dalla voce di Kessel (diligentemente anche tradotto in italiano dall’interprete presente) la parte teorica e gli esempi pratici con l’ausilio di Franco Cerri, da cui parlero’ nel prossimo post. L'audio è veramente di buona qualità ed il contenuto  è molto gradevole ed interessante  dato l'alternarsi di nozioni e esecuzioni di duetti di grande jazz.  Kessel è anche un fine e spiritoso intrattenitore..


BARNEY KESSEL AL POLI: GLI 'STANDARDS' INSIEME A FRANCO CERRI  (28.19 min)

domenica 22 luglio 2012

BARNEY KESSEL (special edition) - 1^ PUNTATA


THE  EFFECTIVE GUITARIST: INTRODUCTION


BARNEY KESSEL è stato uno dei maggiori chitarristi jazz degli ultimi 50 anni, fino al 2004: ha suonato con mostri sacri  come Lester Young, Charlie Parker, Oscar Peterson, Ray Brown, Shelly Manne. E' stato un innovatore nel suo genere, avendo ideato un suo stile molto raffinato , basato sulla ricerca armonica e ritmica. Dal 1973 ha girato il mondo per insegnare questo suo stile con passione e grande professionalità.
Nell' aprile del 1987 ebbi la fortuna di partecipare ad un seminario-concerto tenuto da  KESSEL,   presso l'aula 1 del Politecnico di Torino. Il nome del progetto era " The Effective Guitarist", da svolgere in quattro incontri a distanza di una settimana l'uno dall'altro.
Riuscii anche a sedere  fra i primi posti e registrare con un portatile, 2 cassette da 60 min ciascuna  di  buona qualità. 
Il corso era articolato in 4 lezioni - concerto sui temi:

- Gli Standards
- Il Blues
- La Bossa Nova
- Accompagnamento
- La Fusion
Non ricordo perchè non riuscii a registrare tutto, non ricordo nemmeno di averlo seguito tutto..Sta di fatto che ho del materiale registrato solo dei primi due incontri e trovo che sia molto interessante e di ottimo livello...
Ciascun incontro prevedeva due momenti: la lezione sulla tecnica, ed una session con un ospite diverso di volta in volta. La lezione sulla tecnica era comunque semplice e gradevole da ascoltare, perchè il corso era concepito per chitarristi dilettanti o semplici auditori. Dal post successivo pubblichero' una parte del materiale    in mio possesso (mp3 di lezioni e concerti,  informzioni sul corso e spartiti autografi del chitarrista) in quattro puntate nella seguente sequenza:

1)  GLI  STANDARS DEL JAZZ - PARTE 1^ - LEZIONE INSIEME A FRANCO CERRI

2) GLI  STANDARS DEL JAZZ - PARTE 2^ - SESSION INSIEME A FRANCO CERRI

3) IL BLUES - PARTE 1^ - LEZIONE

4) IL BLUES - PARTE 2^ -  SESSION INSIEME A BRUNO FILIPPI (ARMONICA)

per ora pubblico un video che ho trovato sul web , l'unico, riguardo al primo giorno del corso:
(si tratta di un momento della lezione con l'aiuto del grande FRANCO CERRI)




IL SEMINARIO FU ORGANIZZATO DAL CENTRO JAZZ DI TORINO  IN COLLABORAZIONE CON L'ASSESSORATO ALLA GIOVENTU' - ATTIVITA' CULTURALI



domenica 1 luglio 2012

ROLLING STONES - EXILE ON MAIN STREET


C'è un filo conduttore che lega l'album che ho postato precedentemente (Jamming With Edward) a quello di oggi: la presenza di Edward (Nicky Hopkins) ed anche anche una certa affinità stilistica. Un grande album degli Stones risalente al periodo in cui  Mick Taylor, subentrato a Brian Jones,  ne fece parte dal '69 al '74.


ROLLING STONES - EXILE ON MAIN STREET



The Rolling Stones -  Tumbling Dice



Un album fortemente influenzato dal blues gia' solo a partire dalla grafica, che da questo punto di vista ne fa il mio  preferito di Jagger & friends. Dal punto di vista dei contenuti di questo orginario doppio vinile, trovi il Rock'n Roll rilanciato dagli Stones (Rocks Off,  Rip This Joint, All Down The Line ),  le Ballads di ampio respiro sostenute dalla chitarra acustica di Richards  suonata col plettro,  ( Sweet Virginia, Torn And Frayed con l'uso della pedal steel guitar tipica delle atmosfere on the road ed il piano di Nicky, oppure con il semplice apporto dell'armonica di Jagger e di percussioni in  Sweet Black Angel).. E ancora la splendida Tumbling Dice, Happy, All Down The Line, Soul Survivor, Shine A Light, Loving Cup,  tutti brani rock  tipici della band inglese.
Si diceva della presenza del blues, esplicita in Ventilator Blues,  Shake Your Hips, basata su un solo accordo ed un incedere ossessivo di canto ed accompagnamento alla John Lee Hooker,  e Stop Breacking Down: brani intrisi del sound sporco e cattivo prodotto dall'armonica e dai riff  slide a profusione  di chitarre   suonate con il  'bottle nack', presenti anche in  Turd On The Run, Casino Boogie. Infine c'è la bella, suggestiva, tribale I Just Want His Face giocata fra l'organo, le percussioni e un coretto soul, insolita e preziosa per questo..


The Rolling Stones -  Sweet Virginia 





The Rolling Stones -  Torn And Frayed









  




1)Rocks off
2)  Rip This Joint
3)  Shake Your Hips
4)  Casino Boogie
5)  Tumbling Dice
6)   Sweet Virginia
7)  Torn and Frayed
8)  Sweet Black Angel
9)  Loving Cup
10) Happy
11)  Turd on the Run
12)  Ventilator Blues
13)  I Just Want to See His Face
14)  Let It Loose
15)  All Down The Line
16)  Stop Breacking Down
17)  Shine A Light
18)  Soul Survivor




Mike Jagger – vocal
Keith Richards – guitar & vocal
Charlie Watts – drums
Mike Taylor – guitar
Bill Wyman – bass

Nicky Hopkins – piano
Bobby Keys - sax


hanno partecipato anche:

Jim Price - trumpet, trombone, organ on "Torn and Frayed"
an Stewart - piano on "Shake Your Hips", "Sweet Virginia" and "Stop Breaking Down"
Jimmy Miller - drums on "Happy" and "Shine a Light", percussion on "Sweet Black Angel", "Loving Cup", "I Just Want to See His Face" and "All Down the Line"
Bill Plummer - upright bass on "Rip This Joint", "Turd on the Run", "I Just Want to See His Face" and "All Down the Line"
Billy Preston - piano and organ on "Shine a Light"
Al Perkins - pedal steel guitar on "Torn and Frayed"
Richard Washington - marimba on "Sweet Black Angel"
Clydie King, Vanetta Fields - backing vocals on "Tumbling Dice", "I Just Want to See His Face", "Let It Loose" and "Shine a Light"
Joe Green - backing vocals on "Let It Loose" and "Shine a Light"
Jerry Kirkland - backing vocals on "I Just Want to See His Face" and "Shine a Light"
Mac Rebennack, Shirley Goodman, Tami Lynn - backing vocals on "Let It Loose"
Kathi McDonald - backing vocals on "All Down the Line"


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per chi vuole approfondire, ai commenti


PER VEDERE ALTRE IMMAGINI QUI