Eric Slowhand Clapton suona il blues con una New Orleans Band, insieme a Wynton Marsalis.
WYNTON MARSALIS and ERIC CLAPTON
PLAY THE BLUES
live from jazz at Lincoln Center
Ritorno alle origini del Blues di Eric Clapton insieme a Wynton Marsalis preso in prestito dal grande Jazz….Il chitarrista ha voluto fare un salto nel passato e suonare in session con un tipica formazione di “New Orleans” da inizi del secolo…Una formazione simile a quelle che aveva messo su King Oliver o Jelly Roll Morton.. Un esperimento che si è rivelato interessante e gradevole all’ascolto. Eric Clapton rivela ogni tanto la sua anima “elettrica” ed è questa “anomalia” (in quelle formazioni, era più consueto il banjo e/o la chitarra acustica, solo più avanti sarebbe entrato l’inconfondibile suono della semiacustica..) che nell’insieme risalta ma non 'stona'….Ogni tanto capita, ed anche questa è una gradevole sorpresa, nel bel mezzo di un brano tradizionale, qualche escursione swing o cool, durante la quale l’artefice, Marsalis, dimostra grande conoscenza e padronanza di stili e modi della musica afro-americana.
Straziante ed insolita versione di Layla…Diventata un blusaccio da funerale di strada, l’impasto dei fiati con la chitarra di Slowhand lanciata in assoli emozionanti (come lui nessuno).. non male..non male..Assolo di Marsalis che si trascina la Band e detta i tempi di contrabbasso e batteria, impegnati a seguirlo nelle sue scorribande stilistiche. Da ascoltare in fretta....
Nel concerto suona il banjo e canta in un paio di pezzi Taj Mahal, vecchio leone e protagonista di prima fila della storia del blues. Nel video, inoltre esegue un bellissimo blues suonando splendidamente una chitarra acustica…Ottimo esempio di tecnica fingerpicking.......questo lo pubblico:
Taj Mahal - Stagger Lee
Per approfondire il discorso su Taj Mahal segnalo quest'album del 1991, da cui ho tratto due pezzi
L'album è vario e gradevole, non è strettamente blues, c'è anche dell'altro...Ascoltare per credere..
Taj Mahal - Blues With a Feeling
Taj Mahal - Squat That Rabbit
6 commenti:
Splendida recensione.A questo punto,il disco me lo accatto sicuro.L'avevo un pò snobbato:non è che ultimamente Clapton viva momenti di grande creatività.ma la versione di Layla è da brividi e mi ha convinto.Bizzarra,inusuale e splendidamente intensa.Hai ragione : funerale a New orleans!
Grazie!..Magari prima di accattare, approfondisci un attimo..:
http://www.mediafire.com/?272m6l9jpc95l
..inoltre il video di Mahal da solo con la chitarra acustica è bello, vale la pena di vederlo. Buon proseguimento.
Gran bel live! Io me lo sono già accattato.... ^_^
Concordo con Blackswan, la versione di Layla è spettacolare, straziante come poche....
@Lozirion:
L'assolo in Layla è la materializzazione di Clapton, mannaggia, lo vedi uscire dal pc, spaccare le cuffie, picchiare certe volte le corde come fa B.B. King.., veramente emozionante...E' talmente tridimensionale che ancora non mi sono guardato il video.
..Quell'assolo vale tutto l'album..
Layla è come il vino buono, più invecchia più migliora. Colpisce al cuore anche in questa nuova veste, risulta maturata insieme al suo autore, che sembra aver preso le distanze dal sentimento lacerante che lo spinse a scriverla nel 1970,di conseguenza la nostalgia prende il posto della dispierazione ed il risultato è molto evidente. Ottimo disco!!!
Perfetto quello che dici: la nostalgia è "blues" e il tuo eccellente omonimo di blues in circolo ne ha parecchio!!
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