Un post per dimostrare che esisto ancora e che intendo fare continuare a vivere questo blog...Questa volta voglio condividere una testimonianza sull' Ozzy Osbourne Live Firenze Rocks 2018 inviata dal mio corrispondente ANTEO che collaborerà a tenere vivo e attivo "GUITARISTS".
La musica è passione, e la passione non ha gradazione: si
prende tutto, e tutto ti dà.
Si va
al firenze rocks, perché ci sono iron maiden, judas priest e ozzy. Si va, e si
torna. Alle 3.30, poi si va in ufficio, ma non è importante. Tante volte non ho
dormito per cose di cui non valeva la pena. Stavolta lo faccio col sorriso.
L'importante
è esserci, essere una parte di quell'organismo vivente e movente, che respira e
si muove insieme.
Sono
tante le ore, in piedi e sotto al sole (benedetti quei soldi della protezione
50!), che mi separano dai Maiden, ma ho un bel diversivo, e si chiamano Helloween.
Non mi piacciono, sono sincero, non li ho mai seguiti. Ma quanto sono bravi.
Sanno suonare, e mi piace pensare che si stiano divertendo almeno quanto me.
Poi
finalmente sento Churchill annunciare come e dove si deve combattere, ed ecco
che, quando arriva lo spitfire, le ore all'in piedi per guadagnare una buona
visuale vanno a gambe all'aria (come molti spettatori). Vabbè, aces high me la
raccontate.
Lo
spettacolo dei Maiden è un caleidoscopio: luci, colori e scenografie cambiano
in un attimo tra un brano e l'altro.
Vorrei
poter dire la stessa cosa dei Judas Priest, relegati però e purtroppo a meno di
un'ora alle 17.30 di domenica. Non me ne vogliano gli Avenged Sevenfold, ma ho
preferito andare a mangiare...
Fermi
tutti, c'è Ozzy.
Avevo
delle riserve, ma sono state disintegrate.
Uno
show monumentale. Zakk Wylde (una chitarra, ma fa per due, tre, quattro...Zakk
Wykde fa per tutti) fa di tutto: assoli dietro alla schiena, con i denti...fa
tutto lui. Ancora un po' e mi riaccompagna pure a casa.
Sono
18 anni che, con gli amici di sempre, vado in giro per concerti. Ne avevamo 15
la prima volta, adesso ne abbiamo un po' di più. Ma mi emoziono ancora quando
vedo signori di 40 e 50 anni saltare e cantare, sorridere e battere le mani, o
un bambino dire al suo metal dad “papà, gli Iron Maiden non sono rock, sono
rockissimi!” Nonostante l'assedio del digitale e tutto il resto, la musica è un
linguaggio universale che qualcuno, fortunatamente, parla ancora.
Mai
stato così felice di essere stanco.
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