Comunicazione di servizio per gli appassionati di jazz e rock: su La Scighera troverete la versione CD di LOVE DEVOTION SURRENDER. Su gentile invito di Magar ho scritto qualche riga su quest'album. Per tutti quelli che vogliono saperne di più..
per chi vuole approfondire:
per chi vuole approfondire:
LOVE, DEVOTION, SURRENDER- Carlos
Santana, John McLaughlin
Dal verbo
suchen (cercare) i Tedeschi fanno il participio presente, suchend, e
lo usano sostantivato, der Suchende (colui che cerca), per designare
quegli uomini che non s′accontentano della superficie delle cose, ma d′ogni
aspetto della vita vogliono ragionando andare in fondo, e rendersi conto di se
stessi, del mondo, dei rapporti che tra loro e il mondo intercorrono. Quel
cercare che è già di per sé un trovare, come disse uno dei più illustri fra
questi «cercatori», e precisamente sant′Agostino; quel cercare che è in
sostanza vivere nello spirito.
Suchende sono quasi tutti i personaggi di Hesse: gente inquieta e bisognosa di certezza, gente che cerca l′Assoluto, ossia una verità su cui fondarsi nell′universale relatività della vita e del mondo, e tale assoluto trovano se lo trovano in se stessi. Facendo uso di un titolo pirandelliano, si potrebbe dire che «trovarsi» è l′ansia costante di questi personaggi: pervenire a quella consapevolezza di sé che permette alla personalità di realizzarsi completamente e di vivere, allora, realmente, quelle ore, quei giorni, quegli anni che vengono di solito sciupati nella banalità quotidiana d′una esistenza «d′ordinaria amministrazione». [Dall’Introduzione di Massimo Milani al Siddharta di Herman Hesse]
Suchende sono quasi tutti i personaggi di Hesse: gente inquieta e bisognosa di certezza, gente che cerca l′Assoluto, ossia una verità su cui fondarsi nell′universale relatività della vita e del mondo, e tale assoluto trovano se lo trovano in se stessi. Facendo uso di un titolo pirandelliano, si potrebbe dire che «trovarsi» è l′ansia costante di questi personaggi: pervenire a quella consapevolezza di sé che permette alla personalità di realizzarsi completamente e di vivere, allora, realmente, quelle ore, quei giorni, quegli anni che vengono di solito sciupati nella banalità quotidiana d′una esistenza «d′ordinaria amministrazione». [Dall’Introduzione di Massimo Milani al Siddharta di Herman Hesse]
Come non si può rimanere
suggestionati da “A Love
Supreme” di John Coltrane?
Una miscela di rabbia e di rasserenamento al contempo, di lacerazione
interiore e di equilibrio mistico. Alla ricerca di nuove espressioni musicali
attraverso l’hard-bop e il modal jazz
nella direzione del free e della sperimentazione condotta insieme ad
altri tre grandi musicisti quali Mc Coy
Tyner al piano , Jimmy Garrison
al contrabbasso, Elvin Jones alle
percussioni. L’album risale al 1964, Coltrane sarebbe scomparso nel 1967. Cosa mai avrà spinto Carlos Santana e John McLaughlin a dedicare un disco a quel
grande musicista, in un momento in cui il rock la faceva da padrone e riempiva
gli stadi? “Love, Devotion, Surrender”,
pubblicato nel 1972, fa parte di un
cammino spirituale che inizialmente John-Mahavishnu
e, successivamente, Carlos –Devadip, avevano intrapreso sotto la guida del maestro Sri Chinmoy, dal 1970 al 1975 (Mahavisnu
e Devadip sono i nomi attribuiti dal
guru rispettivamente a John e a Carlos) . Per Carlos erano passati già tre anni
dalla memorabile esibizione a Woodstock con “Soul Sacrifice”, dove la miscela ad alto tasso energetico di rock e
latin-sound aveva fatto letteralmente impazzire la marea di gente accorsa a
quell’evento. Risale inoltre al 1970 il suo album più famoso,” Abraxas” che include fra l’altro, “Samba Pa Ti”, “Black Magic Woman”, “Oye Como
Va”, scritta da Tito Puente compositore,
arrangiatore, e percussionista di jazz latino e mambo. John
aveva fondato la sua Mahavishnu Orchestra ed era reduce dal successo ottenuto nel 1971 con il primo album “Inner Mountain Flame”, :
anche questo un evento che aveva arricchito di nuove formule espressive il rock
, contaminandolo con massicce dosi di jazz elettrico. L’impostazione di
McLaughlin è essenzialmente jazzistica, profondamente legata all’ esperienza vissuta con Miles
Davis. John Coltrane, a partire dal
’61, aveva intrapreso un periodo di
sperimentazione caratterizzato da un lato dalla propria ricerca interiore
praticando la meditazione yoga, dall’ altro dalla ricerca nella sua musica di
personali forme espressive, da solo e in quartetto. Dal ’64 al ’67, compose e registrò numerosi album,
alcuni pubblicati postumi , in cui risaltava l’aspetto meditativo, religioso e l’esplorazione
di nuovi sentieri nel jazz. Titoli quali lo stesso “A Love Supreme” (’64), “Om”, “Ascension”, “First meditation”
(’65), “Meditations” (’66), “Stellar Regions”, ” Installer
Space,Expression”(’67), rivelano in maniera chiara che tipo di universo
regnasse nella mente del musicista e per
quale motivo fosse ossessionato a dargli forma e, in qualche modo, a rivelarlo.
In ”Love,
Devotion, Surrender” , partendo dalla filosofia di Chinmoy basata su
“Amore, Devozione, Abbandono”, Santana e Mc Laughlin, dedicando l’album a
Coltrane intendevano proseguire nel percorso trascendentale iniziato
dall’artista in “ A Love Supreme”,
proponendolo con un altro linguaggio musicale ma con la stessa tensione
spirituale. Osservando la copertina dell’LP e le immagini dei due musicisti
vestiti di bianco, ritratti insieme al guru Chinmoy, ci si accorge che si tratta di un incontro tra musica e spirito, e di purificazione attraverso la musica (uno
dei temi preferiti dal guru). E’ evidente l’intento di mostrare il lato
“celeste” del rock, contrapposto a quello “blu” di “Let
it Bleed” degli Stones, di “ Love
It to Death” di Alice Cooper e di tanti altri “maledetti”, anche se, alla fine, tutto confluiva dentro il calderone dello
spettacolo e del business. C’ era
probabilmente anche la certezza che il coinvolgimento del jazz in questa esperienza
avrebbe sicuramente comportato i suoi vantaggi commerciali. Alla realizzazione dell’album parteciparono
sia il gruppo di Santana che la Mahavishnu. Una session straordinaria: la base
ritmica era formata da Billy Cobham
iperbolico batterista fondatore, insieme a John, della Mahavishnu, Michael Shirieve eroico batterista di Santana, alle percussioni Don Alias (collaborazioni con i Weather
Report ) ed Armando Peraza. Al
basso Doug Rauch, alle tastiere Mingo
Lewis , Jan Hammer e Khalid Yasin all’organo. Questi i
musicisti oltre ad Eve e John McLaughlin e Carlos Santana.
Tracks:
A Love supreme (John Coltrane) – 7:48 - riprende la prima delle quattro parti in cui è
composta la suite di Coltrane, “Acknowledgement”,
seguendone il tema conduttore. Il brano è giocato su una possente base
ritmica, tra batterie e percussioni, che ricorre in molti brani di Santana,” Oye Como Va”, per fare un esempio. Le
chitarre effettate di Carlos e John dialogano attraverso riff nervosi mentre il
canto che interviene solo nella parte finale, riprendendo la linea del basso e
reiterando all’unisono la frase ”A Love Supreme”, analogamente all’originale eseguito
dal quartetto di Coltrane.
Naima (John Coltrane) – 3:09 - e’ una
ballad dedicata da Coltrane alla prima moglie, un capolavoro musicale
inserito in Giant Steps, per la prima volta
registrata nel 1959. Una sua versione crepuscolare, metropolitana, dolce e
disincantata fu eseguita in quartetto
con l’aggiunta di Eric Dolphy, autore
di un assolo indimenticabile al clarinetto basso. Si tratta di una versione nell’album
del ’61”Live in Europe”. Il brano
eseguito in duo da Santana e McLaughlin, inserito nello’album, ricorda una serenata
tzigana al chiaro di luna. Carlos esegue la melodia sospesa tra flamenco e
blues mentre John, alla seconda chitarra, lo sostiene attraverso articolate
armonie tipiche del suo repertorio jazz.
The Life Divine (John Mc Laughlin)– 9:30 -
brano devozionale giocato tra le
evoluzioni alla batteria di Cobham, il dialogo tra le due chitarre fortemente
effettate, ed un mantra che periodicamente emerge dal magma sonoro, prendendo
alla fine il sopravvento.
Let us Go Into the House of the Lord (Tradizionale)
– 15:45 - un gospel ri-arrangiato e trasformato in una corsa frenetica
verso la casa del signore al ritmo travolgente
latino-americano e dall’uso massiccio di percussioni che esalta le
qualità straordinarie dei due
chitarristi. E’ il ritmo di Santana, un anticipo
di quello che sarà “Welcome”.
Meditation (John McLaughlin) – 2:45 - è
un adagio molto largo, delicato,
composto da McLaughlin per piano e chitarra. John in questa occasione suona il
piano facendo largo uso del pedale di risonanza, mentre Carlos suona la
chitarra acustica.
A Love Supreme (Alternate - Take 2) – 7:24
Naima (Alternate - Take 4) – 2:51
Sono due track aggiunte solo alla versione
CD
Musicians:
John McLaughlin
- chitarra, pianoforte
Carlos Santana -
chitarra
Doug Rauch -
basso
Eve McLaughlin -
pianoforte
Khalid Yasin -
organo
Mingo Lewis -
tastiere
Billy Cobham -
batteria
Don Alias -
batteria, percussioni
Jan Hammer - tastiere
Michael Shrieve
- batteria
Armando Peraza -
percussioni, congas
PER ASCOLTARE L'ALBUM QUI
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